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Giuseppe Sorrentino, Maestro d’arte sin dal 1973, frequenta fino al 1977 l’Accademia di Belle Arti a Napoli. Nel 1976 ottiene l’abilitazione all’insegnamento di educazione artistica, nel 1989 si iscrive alla Confederazione Nazionale delle Università Popolari italiane, e  frequenta il corso di esperto dei beni culturali e ambientali.
Opere di classica tematica religiosa da lui realizzate sono state esposte in personali e collettive. Progetta e realizza scene e costumi teatrali come per il gruppo “boomerang”, a Pompei in più manifestazioni ha partecipato alla “mostra dell’artigianato sacro” organizzata dalla Prelatura Pontificia. Realizza disegni pubblicati su testi editi dal Parco Nazionale del Vesuvio, dal Comune di Boscoreale, dalla Pro-loco, dall’Archeoclub d’Italia.
Collabora con la “capware” per la realizzazione di copie di decorazioni, affreschi e dipinti utilizzati in produzioni multimediali internazionali, come ampiamente dimostrato nei crediti e nei colophon pubblicati.
Il lavoro pittorico di evidente virtuosismo mette in risalto la conoscenza nelle varie componenti espressive e artistiche dell’arte: l’uomo, lo spazio, vitalità, e costruttivismo alimentano una vorace curiosità creativa.
Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli, seguendo il corso di pittura: il suo esordio inizia sotto l’egida della pittura surrealista partecipando a mostre personali e collettive, dipingendo grandi tele di carattere figurativo.
L’inizio del lavoro è anticipato da un’attenta e meticolosa ricerca:  studia il tema, realizza  bozzetti, disegni e valutando il materiale da impiegare per la realizzazione della stessa.
Visionario futurista, ma allo stesso tempo radicato alla tradizione pittorica, evidenzia il suo temperamento, capacità di arrivare al giusto, al fascino nei confronti dell’immagine.
Il lavoro è un rito mistico che porta all’esaltazione totale, gli esperimenti della sua figurazione sono diversi, ha scelto il corpo umano come soggetto di maggiore ricerca pittorica, reinterpretando i classici.
Le composizioni anche di carattere sacro,  sono associate da temi di vita quotidiana, ulteriore espressione creativa. 
La  pittura  assume  identità con  toni  cromatici  e  figurativi che  si  avvicinano al seicento e all’ottocento, non trascurando le correnti artistiche contemporanee che sono in continua trasformazione percorrendo tutte le vie di informazione.
Per le tematiche indicate, viene  spontaneo  osservare maestri dell’epoca come  fotografi  di  un tempo  passato,  ma  contemporanei assertori di un linguaggio pittorico universale, quindi  fautore  di una rappresentazione  figurativa composita, romantica di carattere, con chiare idee interpretative, contrapposta  alla dissacrante  formula di globalizzazione.

Il pigmento pittorico, tecnicamente  trattato in più strati, in alcune opere assume quasi una velatura, mentre in altre evidenzia lo spessore  atto ad ottenere gli effetti dovuti.
Il disegno è una delle tecniche che preferisce, dove trova forza proprio per l’immediatezza della realizzazione in cui viene fuori la sua emotività creativa, da  figurativo accademico fino ad arrivare a scomposizione  della  materia, riformulando le vecchie tecniche  di espressione e linguaggio.
L’arte è legata  a  mode, tendenze che sicuramente sono passeggere, e sono proprio queste che aprono nuove vie di orientamento e sperimentazione, l’opera già esiste, non   si inventa viene fuori da sé, utilizza sia  i materiali  comuni che quelli  tecnologici,  avvalendosi anche del digitale.
Nell’arte c’e sempre un momento di follia, espressione vagamente romantica dove l’ispirazione dell’artista va ad attingere in un espressione non comune, dove la qualità di  un’opera si trova generalmente nella sua stessa struttura, dove col passare del tempo essere immersi nella nostra modernità artistica, dominata da sperimentalismi, provoca  un uso improprio della materia, dimenticando quale deve essere la vera funzione della  stessa e cioè creare un rapporto comunicativo con l’osservatore.
I passaggi di colore  tra monocromie e policromie ossessionano ogni lavoro realizzato, un codice di lettura evidenzia equilibrio di pensiero rivoluzionario, di novità e tradizione, creando un rimando alla pittura figurativa, per questo ama dipingere il corpo umano.
Osservando la minuziosità dei caratteri interpretativi viene spontaneo dare un giudizio di valutazione, uno stile surreale che guarda al manierismo, cogliendo il senso del racconto e dei simboli, legati a un filo narrativo, le figure sono in relazione tra loro come avvolte da un alone di mistero in una perfetta geometria di personaggi.
Uno degli aspetti più interessanti sono proprio i simboli che nascondono trame misteriose, ponendo lo spettatore a riflettere di fronte a rappresentazioni apparentemente  normali  ma  con  strane  inquietudini.
La pittura è uno strumento di espressione, struggente per incisività e definizione psicologica, disegnare  ogni opera come interpretazione del pensiero è l’atto di inizio che accompagna tutta la gestualità dell’artista, malinconico di carattere che nel silenzio dei suoi pensieri elabora concetti a comprendere il significato di quello che gli occhi guarderanno, solitario e orgoglioso delle sue origini che da sempre ricerca nella pittura.
La continuità del lavoro determina una  costante, l’opera già esiste, sempre pronta, poiché trovandosi in un costante stato embrionale è come il feto di un bambino che al momento giusto viene fuori dall’utero materno.
L’arte è vita, ricchezza di tutti, anche se espressivamente individuale e diversificante, nelle varie forme, nel silenzio dello spazio e nella luce mutevole che la circonda, imprime a chi osserva un proprio carattere di interpretazione, quando nel gesto capace di visualizzare lo stato emotivo del suo istinto creativo mostra il fervore della forza nei tagli delle ombre e nel segno del disegno.
Il perfezionismo che caratterizza la propria personalità non tralasciando al caso il gesto, l’azione è preventiva anche se mutevole.
Le note danno una  chiara identità dell’artista come  attento osservatore, dove ogni uomo svolge la propria esistenza nel ciclo costante della vita.           

 

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