L'evoluzione
del nostro cognome
Ce
li siamo fatti proprio tutti...
"liscio",
"gassato", "ferrarelle" e "Ferrarelle"!!! (1)
di Andrea de/De Prisco
Scavando
scavando - nelle nostre radici - ne abbiamo scoperte di cotte e di crude,
compreso quello che è capitato, nei secoli, un po' a tutti: l'evoluzione,
strada facendo, del proprio cognome. In quasi tutti i casi, parlo in
generale, non solo di "noi", i cambiamenti erano dovuti a banali
errori di trascrizione. Un parroco anziano e, perché no, un po' sordo; la
distrazione di un addetto a quei registri (oggi) polverosi; banali "misunderstandings"
(diremmo oggi) con i gioiosi genitori del nascituro - in caso di battesimo - o coi
singhiozzanti parenti disperati, in caso di lutto e funzione religiosa:
tutte azioni puntualmente (ma non sempre scrupolosamente a quanto pare) annotate.
A
mano...
Per
quel che ci riguarda, la cosa è ancor più articolata. Alcuni di noi
"presenti" - e conseguentemente la loro discendenza - hanno il
cognome scritto con il "de" minuscolo, altri in versione maiuscola.
Io, che mi devo sempre distinguere da tutto e da tutti (nel bene e, ahimè,
nel male) anagraficamente parlando - come la maggior parte di noi -
"dispongo" di una comune "D" maiuscola, ma ho adottato
la versione probabilmente originale, con la più nobiliare "d"
minuscola, per firmare i miei articoli. Sono, infatti, giornalista dal 1988
e uso affermare che la "seconda versione" l'ho adottata come una
sorta di nome d'arte/pseudonimo.
Tornando
a noi tutti, di certo sappiamo - da pochissimi giorni - che il nonno
Angelo
Andrea, nato ad Avella (AV) nel 1885, "portasse" la D maiuscola. Questo è stato appurato grazie alla possibilità - non sempre
realizzabile - di poter richiedere e ottenere con una certa facilità un estratto per riassunto dell'atto di
nascita. Quest'ultimo è infatti presente in originale, annotato a mano a
suo tempo nei polverosi libroni tuttora conservati, negli archivi comunali della
ridente cittadina Avell... inese.
Pertanto
sappiamo che nostro nonno, Angelo Andrea, pur chiamandosi "De
Prisco", ha generato - o si è ritrovato - alcuni figli con la
maiuscola, altri con la più ricercata minuscola. Non sappiamo molto riguardo
suo padre, l'Avvocato Pietro Giorgio de/De Prisco (nato nel 1859), ma sono
in corso le dovute - e speriamo fruttuose! - ricerche a tal proposito.
Più
interessante è la situazione del nostro trisavolo, Angelandrea
(tutt'attaccato!), nato non si sa dove nel 1815, "illustrato" qui
accanto, e autore della famosa
agenda del 1845,che tanto ha appagato la nostra sete in termini di
informazioni genealogiche. Di lui, grazie proprio a quell'agenda che ha
voluto lasciarci in eredità (di tutto il "resto", come ben noto,
è rimasto... ben poco!) si sanno molte più cose, finanche riguardo
l'evoluzione del nostro cognome. Ma prima di focalizzare la nostra
attenzione sull'agenda (importantissima sotto questo profilo essendo scritta
di suo pugno) facciamo un salto a Milano, dove sono custoditi in originale
due importanti diplomi di laurea, il suo e quello del fratello Pasquale.
Intanto, primo colpo
di scena!, sul suo diploma di laurea
in Giurisprudenza la particella addirittura non compare:
Dettaglio
del diploma di laurea di Angelandrea
nel quale compare il cognome "Prisco".
Chi
si terrebbe un diploma di laurea - forse uno dei documenti più importanti della
vita... dopo l'atto di nascita... - con il proprio cognome errato? Dobbiamo
pertanto ritenere certo che Angelandrea si chiamasse di cognome proprio così,
semplicemente "Prisco" . Ma, secondo colpo di scena!, suo padre
(Nicola Bartolomeo, nato nel 1772) aveva come particella un "di".
Questo risulta da vari documenti, non ultimo il diploma di laurea del fratello Pasquale
di Prisco, con tanto di "d" minuscola, molto più grande di lui
essendo nato nel 1799).
Che
si tratti del fratello di Angelandrea Prisco non v'è alcun dubbio, dal momento
che su entrambi i diplomi appaiono, accanto ai nomi dei laureati, i medesimi
genitori. Citando testualmente:"fili Nicolai et Maria Anna Pastore" :
Dettaglio
del diploma di laurea del fratello Pasquale
nel quale compare il cognome "di Prisco".
Ma
torniamo un attimo al nostro trisavolo, Angelandrea.
Dicevamo che lui, a causa di un probabile errore di trascrizione, si
chiamasse di cognome semplicemente "Prisco". Nella sua agenda
olografa, compilata - come dicevamo - a partire dal 1845, il
suo nome, scritto di suo pugno, compare due volte. Nel primo caso, a pagina
7, scritta nel settembre 1853, il cognome appare nella sua forma
ufficiale, quantomeno a quella data, senza particella alcuna:
Un
bel po' più avanti, tanto in termini di pagine dell'agenda quanto riguardo
agli anni trascorsi (nel frattempo siamo giunti al 20 maggio 1864) il
cognome - scritto, ripeto, di suo pugno - appare con l'aggiunta della particella
"d...":
A dire il vero non si capisce chiaramente se si tratti di
un "di" o di un "de" (fermo restando l'uso della
minuscola), anche se appare più probabile la prima ipotesi. Nella stessa pagina
dell'agenda, infatti, citando un tal "Filippo de Grandis", nientemeno
che "Direttore della Polveriera di Scafati" (sarà stata una
fabbrica di tric-trac o di una scuola di aggiornamento professionale per
provette filippine?) il suo modo di tracciare un "de" è fin troppo
evidente:
Per certo sappiamo
- e questo, agli occhi degli estranei, sarebbe un terzo colpo di scena - che i
suoi figli si ritrovarono la particella "de", tuttora tramandata a
noi tutti, al di là, ripeto, della questione minuscola/maiuscola a
tutt'oggi irrisolta. Sembrerebbe che a quei tempi ci si potesse sbizzarrire un
po' come si voleva: Angelandrea si chiama (per certo) Prisco, è figlio (per
certo) di un "di Prisco", dichiara (per certo... e tre!) i suoi
marmocchi "de Prisco". Che tempi...
Finanche
negli articoli di Salvatore di Giacomo, che
più volte riporta il cognome del nostro bisnonno (l'Avvocato Pietro Giorgio
prima menzionato che aveva ospitato l'illustre poeta e scrittore napoletano
nella sua casa di Boscoreale ai tempi dei fruttuosi ritrovamenti
archeologici) a volte ritroviamo il nostro cognome con la particella
scritta in minuscolo altre in versione maiuscola. Bisognerebbe riuscire a scoprire il
luogo di nascita di tale antenato per tentare lì una ricerca di qualche
documento che ne accerti definitivamente l'esatto cognome. Operazione tutt'altro che
facile, credetemi!
Simpaticamente
vostro...
Andrea de Prisco
Ultim'ora!!!
E' di pochi istanti fa (sono le 22:12 del 30.04.2002) la notizia del
ritrovamento del diploma di laurea in giurisprudenza di Pietro Giorgio De
Prisco. Ebbene, su quel documento datato 23 dicembre 1884 la "D" appare
maiuscola...
Nota
per i posteri (che potrebbero non comprendere tale, idiota, battuta...). A fine
'900 un vero e proprio tormentone pubblicitario, durato qualche decennio a
quanto pare, fu
quello creato per una nota acqua minerale, la Ferrarelle, dichiaratamente
"effervescente naturale" (senza una bollicina aggiunta... dicevano
loro). Per chiarire tale concetto al pubblico - e ovviamente far rapidamente
colpo su di loro - coniarono lo slogan "liscia, gassata o Ferrarelle?",
dal momento che quest'ultima non poteva essere considerata né tra le prime
né tra le seconde. Il riferimento è al nostro cognome, che nel corso dei
secoli - come spiegato nel testo - ha assunto, scherzosamente parlando, la
forma "liscia" (Prisco), "gassata" (di Prisco), "ferrarelle"
(de Prisco) o "Ferrarelle" (De Prisco). Chiedo,
a chiunque mi legga, umilmente scusa e perdono...
Andrea
(nato nel 1962!!!)
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