Alle falde del Vesuvio... di Andrea de Prisco ... non troviamo né un popolo di negri, né tantomeno di matti! Oggi, Boscoreale, conta circa trentamila abitanti e, assieme a tante altre cittadine limitrofe (Boscotrecase, Trecase, Terzigno e, un po' più avanti, S. Giuseppe Vesuviano) estende verso la Valle del Sarno il suo territorio, situato nella zona a sud-est del vulcano napoletano: il Vesuvio. "Spento", ma sarebbe meglio dire "addormentato" (nel "Bosco"?!?), da svariati decenni offre il suo panorama inconfondibile da qualsiasi angolazione si guardi.
Successivamente (siamo giunti al medioevo) di quell'area così fertile in età romana non rimase che un esteso bosco, noto a quei tempi per essere preferito dai Re Angioini per la pratica della caccia. Da questo, la sua denominazione - prima generica - di "Bosco Reale", divenuta nel tempo Boscoreale ad identificare l'area urbana successivamente sorta in quella zona. Già ai principi del '700 Boscoreale acquista il suo caratteristico assetto urbanistico, tuttora conservato, di forma quadrilatera. Di tale periodo è il Palazzo dei baroni Zurlo (1765), dichiarato "monumento nazionale" insieme all'attigua Cappella gentilizia dedicata a Maria SS. di Montevergine (1649 ca.), caratterizzata da un portale in pietra vulcanica ad amorini e festoni.
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